Aylet Gundar-Goshen, Svegliare i leoni
24 Giugno 2022Aylet Gundar-Goshen è una scrittrice isrlaeliana, vincitrice del Premio Sapir per la migliore opera prima con il libro Una notte soltanto, edito per l’Italia nel 2015 dalla casa editrice Giuntina.
Sempre Giuntina nel 2017 pubblica la prima edizione italiana del libro Svegliare i leoni, vincitore lo stesso anno del premio JQ-Wingate.
Feltrinelli pubblica la prima edizione nell”Universale Economica” nel 2020 e la seconda nel 2022.
“La nonna di Liat l’aveva ricevuto affabilmente, aveva preparato un caffè, ottimo seppure un pò tiepido, aveva dato una rapida occhiata al fondo della tazzina e aveva sentenziato che si sarebbero sposati. «lo vede nel fondo di caffè?» Aveva chiesto lui con il massimo rispetto che gli riusciva di dimostrare. «No» aveva riso la nonna di Liat -lo vedo nei tuoi occhi. Non leggo mai nel caffè, leggo negli occhi, nel linguaggio corporeo, nel modo in cui vengono formulate le domande. Ma se glielo dicessi, i miei ospiti si sentirebbero nudi, e questo non è piacevole e nemmeno gentile, perciò gli leggo i fondi di caffè. Hai capito, ragazzo?»”
Titolo: Svegliare i leoni
Autore: Aylet Gundar-Goshen
Casa Editrice: Feltrinelli
Link: https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/svegliare-i-leoni/
Pagine: 320
Pubblicazione: Prima edizione nell'”Universale Economica” agosto 2020. Seconda edizione aprile 2022
ISBN: 9788807894152
Aylet Gundar-Goshen, scrive un romanzo ricco di spunti di riflessione.
Il protagonista Eitan Green, medico affermato ma non immune da tormenti professionali e personali, posto difronte ad un bivio, dovrà scegliere una strada, che lo porterà a confrontarsi con se stesso, le sue insicurezze e le proprie convinzioni etiche e morali.
Svegliare i leoni è un romanzo che corre sul filo della suspense, coinvolgendo il lettore in una riflessione sulla fragilità dei princìpi morali, sulla vergogna e sui desideri proibiti che si celano in ognuno di noi; un testo potente, universale e intimo che guarda e fa luce nelle zone nebulose dell’anima ponendoci la domanda pressante: «E tu, che cosa avresti fatto?» (Giustina editrice).